Chi lavora di notte, inoltre, solitamente riceve una buona paga, fattore che rappresenta un incentivo a scegliere un’occupazione notturna.
Svolgere turni di notte, tuttavia, è una scelta che ha anche dei lati negativi. Uno dei principali riguarda le conseguenze di questo tipo di attività sul sonno.
Turni di notte e sonno: quali sono i rischi
I lavoratori notturni sono molto più a rischio, rispetto a chi svolge un’occupazione durante il giorno, di essere vittima di disturbi del sonno. Questo perché lavorare di notte scombina il ritmo circadiano del corpo umano, in base al quale il massimo delle energie è destinato alle attività diurne mentre la notte è dedicata al riposo. Occorre pensare al ritmo circadiano come una sorta di orologio: durante alcune ore delle giornata, l’organismo produce una serie di ormoni, come per esempio quelli legati all’umore, alla capacità di concentrazione o alla temperatura corporea, mentre in altre ore si registra un picco degli ormoni connessi con il riposo.
Da un punto di vista strettamente biologico, con l’evoluzione della specie, il ciclo sonno-veglia si è sempre più affinato; di conseguenza, tanto il corpo quanto il cervello umano sono programmati per rilassarsi dopo il tramonto ed essere invece più attivi con la luce del sole. Chi lavora di notte è dunque costretto ad andare contro il ritmo naturale del proprio organismo, dovendo rimanere vigili e attenti proprio durante le ore in cui il corpo richiederebbe di riposare. Il problema, purtroppo, non si risolve neanche se si dorme adeguatamente di giorno, perché comunque ci si trova in una condizione di anomalia rispetto al naturale ritmo circadiano.
Turni di notte e sonno è un binomio che può dar luogo a una serie di rischi per la salute, tra cui insonnia e affaticamento, i quali a propria volta possono avere come conseguenza diretta disturbi dell’umore, rallentamento dei riflessi e riduzione della soglia di concentrazione. Le ripercussioni del disallineamento circadiano sul piano fisico e psicologico possono anche generare problemi dal punto di vista delle performance lavorative: sentirsi stanchi e irritabili può infatti interferire con la capacità di prendere le decisioni giuste sul lavoro, gestire efficacemente i problemi e rapportarsi con i colleghi.
Gli effetti dei turni di notte sul sonno possono causare molti altri problemi di salute: nei lavoratori notturni, infatti, si riscontra una maggiore incidenza di disturbi cardiovascolari, diabete e persino cancro. Ciò non significa che chi lavora di notte si debba necessariamente ammalare, ma è comunque evidente che l’organismo rimane più vulnerabile rispetto a chi svolge un’attività diurna.
Turni di notte: conseguenze sul sonno e rimedi
Il fatto che i turni di notte possano avere conseguenze negative sulla salute non può comunque costringere chi ha un’occupazione notturna a cambiare lavoro. Per risolvere – o, quantomeno, ridimensionare – il problema, le opzioni sono molteplici.
Una delle più diffuse consiste nell’assumere stimolanti durante il turno di lavoro, come per esempio bevande a base di caffeina e sedativi per riuscire a riposare una volta rientrati a casa. Questa soluzione non è però molto raccomandata, perché l’abuso di caffeina (così come di farmaci per dormire) può a propria volta essere nocivo per la salute.
Purtroppo, il problema relativo a turni di notte e sonno parte da una premessa difficile e cioè il fatto che la maggioranza dei lavoratori notturni dorme da una a ben quattro ore in meno rispetto a chi svolge un’attività di giorno. Considerando che, secondo gli esperti, un adulto in media dovrebbe dormire da sette a nove ore per notte, è evidente che si parte già in svantaggio.
Se è vero che i turni di notte hanno conseguenze negative sul sonno, è altrettanto corretto cercare rimedi validi al problema, a partire dal fare del sonno una priorità. Per questo i lavoratori notturni dovrebbero adottare alcuni accorgimenti utili una volta rientrati a casa, come per esempio ridurre al minimo l’esposizione alla luce, evitando così di attivare l’orologio diurno che l’organismo tende a regolare naturalmente, seguire una routine quanto più possibile precisa, anche nei finesettimana e, infine, creare un’atmosfera silenziosa e tranquilla, con la collaborazione di eventuali familiari, che dovrebbero astenersi da attività come passare l’aspirapolvere o guardare la TV a un volume alto.
Una valida alternativa può consistere, per esempio, nell’assunzione di un integratore alimentare che aiuti a ri-sintonizzare l’orologio biologico, contribuendo ad alleviare le ricadute del disallineamento del ritmo circadiano, a mantenere il buon umore e a percepire meno la fatica che comporta il dover lavorare di notte.
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